domenica 18 maggio 2008

Quando le feste diventano motivo di divertimento irrispettoso

Tra pochi giorni sarà qui ad Augusta la festa del Santo Patrono San Domenico. E la villa comunale sarà totalmente occupata da bancarelle. Qui le due sere della festa (23, 24) si riversa la maggiorparte della popolazione. Così che il carro sia seguito semplicemente dalla Banda Musicale. Credete che comunque io mi stia lamentando di questo? Si in parte. Ciò che mi da più fastidio è il fatto che si aspetta San Domenico per le bancarelle, per uscire fino a tardi, per vedere chi canta la sera e NON per ricordare gli antichi e le loro devozioni.

Ma non è l'unica festa popolare che è vittima di irrispettosità. La notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo è per Augusta speciale, perché si ripete una delle tradizioni più toccanti, a mio parere, di Sicilia. Nonostante la misticità della notte i giovani fanno la "veglia". Qualcosa che sembrerebbe l'attesa del giorno del lutto ma che ha tutto di profano. Le vie e le piazze si riempiono di ragazzi ubriachi e sballati e soprattutto vandali che disturbano con atti deplorevoli quella notte speciale.

Indignatio movet versum diceva Giovenale che però contestava con satire. Qui non c'è nulla da scherzare.

San Domenico in una tipica icona della tradizione di Augusta

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti Salvatore per le tue parole! Ad augusta la religione e le tradizioni correlate vengono soppiantate dalle bancarelle. E' inconcepibile che in una città avente come uno dei punti di forza la fede (si noti la numerosità di chiese presenti e non, ossia quelle convertite in altri edifici), essa venga circoscritta alla classe delle vecchiette che vanno in Chiesa Madre.
Con ciò, non intendo criticare le bancarelle che portano vivacità e presenza in una città dall'aspetto annualmente tombale. Tuttaviia credo che gli Augustani debbano risplverare il vecchio proverbio: Unire l'utile al dilettevole